Nell’universo del food marketing l’aspetto conta. Nel mondo del vino in particolare.
L’etichetta è il primo contatto del consumatore con il vino. È interessante osservare come un vino eccellente con un’etichetta poco curata sia spesso snobbato, mentre un vino di qualità inferiore che si presenti con un’etichetta dal design unico e distintivo può superare tutti i competitor.
La progettazione grafica dell’etichetta di un vino non è semplice: è piccola, ma deve parlare tanto.
Nel progettare l’etichetta di un vino è necessario combinare elementi di design differenzianti con l’espressione visiva dei valori dell’azienda, comunicando la personalità e le unicità di azienda e prodotto, ma anche il territorio d’origine, l’appartenenza a una determinata realtà, la cultura vinicola sottesa alla produzione di quel vino. E oltre a tutto ciò, sulla bottiglia deve anche comparire qualche informazione sul gusto del succo d’uva al suo interno.
L’etichetta deve diventare espressione visiva del posizionamento del vino stesso e dell’azienda da cui proviene, deve fungere da storytelling permanente, in cui condensare tutta una serie di valori e informazioni secolari ed essenziali: un obiettivo di marketing molto complesso, il tentativo di conquista dei buyer e dei consumatori finali in pochi centimetri di carta.
A cosa dà importanza Erbacipollina quando disegna l’etichetta di un vino?
- Grafica originale e innovativa.
- Obiettivo di condensare i valori dell’azienda produttrice e le caratteristiche del vino in un visual interessante.
- Sensazione tattile, per cui entra in gioco il Neuromarketing: una carta pesante e ruvida trasmette sensazioni di naturalità e artigianalità, mentre una carta lucida e con colori pregiati dà l’idea di eccellenza, e così via.