Avete mai sentito parlare di neuromarketing? Sapete come potete sfruttarlo per il vostro brand?
Il neuromarketing consiste nell’applicazione delle scienze cognitive, ossia tutte quelle discipline che studiano la mente in quanto sistema pensante, e delle neuroscienze (le scienze che studiano il sistema nervoso) al marketing. Tramite il neuromarketing siamo in grado di analizzare le scelte inconsapevoli che avvengono nella mente umana o più nella mente dei consumatori.
Si possono utilizzare le tecniche di neuromarketing nel settore food and beverage?
Le aziende per potersi ritagliare una propria fetta di mercato e accrescere l’awareness relativa al proprio brand o prodotto, si avvalgono sempre più spesso di tecniche di marketing innovative, quali il neuromarketing. Un elemento che può essere facilmente manipolato dal neuromarketing è il packaging, che gioca un ruolo fondamentale nella differenziazione del proprio brand/prodotto dai competitors.
Perché applicare il neuromarketing al packaging?
Durante la progettazione di un nuovo prodotto, definire un packaging distintivo è fondamentale, in quanto rappresenta il primo elemento di contatto tra prodotto e consumatore. Il packaging per poter generare un ricordo nella mente del consumatore deve essere esteticamente attrattivo, ed è qui che entra in gioco il neuromarketing, che può aiutarci nella sua personalizzazione.
Su quali elementi del packaging possiamo applicare tecniche di neuromarketing?
Molteplici, come il colore, la forma, il tipo di materiale, la texture e come vengono posizionati gli elementi sul packaging. Analizziamoli più nello specifico:
- Il colore è uno degli elementi primari che cattura l’attenzione del consumatore e può influenzare fino all’85% le decisioni d’acquisto. In particolare, nel settore del food, i colori che vengono maggiormente utilizzati sono quelli caldi, proprio perché infondono nel consumatore un senso di appetito. Ad ogni colore corrispondono associazioni diverse, per esempio il rosso è un colore intenso ed energico spesso utilizzato durante i saldi per creare un senso di urgenza o per far aumentare il senso di appetito. Il verde è legato al senso di calma, viene spesso utilizzato per le tematiche della sostenibilità e l’impatto ambientale. Il blu trasmette sicurezza e viene spesso usato per prodotti legati all’igiene. Il nero è un colore raffinato perfetto per i prodotti di qualità e lusso.
- La forma: una forma inusuale può creare aspettative riguardanti la sovrastima di prodotto presente all’interno del packaging o riguardanti il gusto stesso. Pare infatti che i prodotti contenuti in packaging più spigolosi abbiano sapori più intensi rispetto a quelli contenuti in packaging dalla forma più tondeggiante.
- Il tipo di materiale: con l’avvento delle tematiche ambientali, il consumatore si è reso sempre più consapevole e attento alla scelta del packaging, prediligendo un tipo di prodotto che riflettesse i propri ideali di sostenibilità. Ed è quindi diventato fondamentale per un’azienda accontentare il consumatore proponendo un tipo di packaging che lo soddisfi.
- Texture: il consumatore acquista generalmente un prodotto dopo averlo maneggiato, per questo anche la superficie e la consistenza del packaging devono essere ideate per rendere il consumatore partecipe coinvolgendone anche il tatto.
- Il posizionamento degli elementi sul packaging: grazie all’eye tracking, strumento che permette di monitorare i movimenti oculari del consumatore, possiamo identificare la zona del packaging che attrae maggiormente l’attenzione. Questa analisi ci permette di valutare il posizionamento degli elementi visivi, quali logo, etichetta o altri elementi distintivi del packaging, facilitando l’identificazione del brand.
È evidente che nella progettazione di un pack efficace che emerga a scaffale e porti alla scelta da parte del consumatore intervengono numerosi fattori che vanno ben oltre la grafica e il bello/brutto. Applicare la scienza al marketing è sicuramente un aiuto importante che oggi più che mai deve essere colto e sfruttato.
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