Nel mondo del vino, così altamente popolato, è importantissimo farsi riconoscere.
Se siamo presenti in GDO, poi, sappiamo che i nostri potenziali clienti hanno mediamente poca conoscenza del vino, e sono disposti a farsi convincere in pochi secondi. Come? Guardando la nostra bottiglia.
Packaging ed etichetta sono ai primi posti nel ranking di elementi influenti nell’acquisto del vino stilato da Simon Muller, Senior Research Fellow Wine Marketing dell’Ehrenberg-Bass Institute for Marketing Science, University of South Australia.
Negli elementi d’influenza dobbiamo considerare anche i trend di mercato e lo scenario socio-culturale nel quale viviamo, sia a livello nazionale che a livello mondo. Le parole chiave utilissime nello studio della comunicazione del nostro wine brand e nella creazione del nostro packaging, oggi, sembrano essere: design innovativo, sostenibilità, praticità e contenimento dei costi. La scelta eco è sempre più diffusa, con l’obiettivo di produrre meno rifiuti e utilizzare materiali naturali e biodegradabili.
La comunicazione visiva del nostro prodotto è fondamentale, è il primo impatto, la prima impressione, l’abito che fa il monaco: etichetta, retro etichetta, forma della confezione e colore. Successivamente si prende in mano la bottiglia, e l’attenzione va su forma, colore e peso. Una volta a casa giunge il momento di aprirla, ed ecco altri fattori determinanti, oltre al gusto e all’olfatto: capsula e tappo.
Se per il nostro pack scegliamo la strada dell’eco sostenibilità abbiamo a disposizione diverse indicazioni dal punto di vista normativo, e alcuni esempi di aziende già in linea con questa tendenza.
Per le etichette possiamo utilizzare carte riciclate e soluzioni speciali, come “Etikè”, azienda che detiene l’esclusiva mondiale per la vendita di bottiglie con etichetta in ceramica ultrasottile. Non solo: pulizia e chiarezza grafica rappresentano la nuova tendenza visiva in linea con l’approccio ecosostenibile.
La bottiglia in vetro resta la scelta più gettonata, per appealing e tradizione. Attraverso una serie di documenti legislativi l’Unione europea sta indicando agli Stati Membri un percorso di sviluppo sostenibile, basato soprattutto sul riciclo, al quale sta rispondendo positivamente proprio l’industria del vetro, in sinergia col mondo vitivinicolo: aumenta l’utilizzo di vetro riciclato e diminuisce il peso della singola bottiglia, seguendo la strada dell’eco-packaging. Verallia, con la linea “Ecovà”, crea bottiglie utilizzando fino all’85% di vetro riciclato e riduce il peso dei contenitori dal 10 al 30%, mantenendo qualità tecniche ed estetiche. La multinazionale O-I (Owens-Illinois) ha lanciato una linea di bottiglie a basso impatto ambientale in esclusiva per Marchesi de’ Frescobaldi, “Lean+Green”, che pesano il 30% in meno rispetto ai modelli tradizionali, senza compromettere design e qualità. C’è chi ha scelto di esplorare mondi nuovi, oltre al vetro: Veuve Clicquot ha presentato il primo packaging isotermico e completamente biodegradabile mai realizzato per uno Champagne: “Naturally Clicquot”, realizzato con fecola di patate e carta proveniente da materiale bio-based.Riciclabili al 100% persino le etichette.
Per quanto riguarda i tappi ci si può davvero sbizzarrire. Il sughero è da sempre il preferito dai consumatori. Amorim Cork Italia, leader nella produzione di tappi in sughero, promuove la sostenibilità attraverso i suoi prodotti, come spiega nel proprio sito internet, infatti, il sughero non solo è in grado di conservare in modo ottimale le caratteristiche organolettiche del vino ma è anche un prodotto al 100% riciclabile e la sua produzione contrasta la desertificazione ambientale e sociale. Nel segmento dei tappi sintetici, il leader Nomacorc ha realizzato “Select bio”, la nuova gamma di chiusure a base vegetale a zero emissioni di carbonio e 100% riciclabile, realizzata con materiali rinnovabili derivati dalla canna da zucchero. In espansione il mercato dei tappi a vite. In questo segmento il leader è Guala Closures, che sul fronte della sostenibilità ha brevettato “Green Cap”, un sistema che permette la rimozione della gonna in alluminio dal collo della bottiglia, separando così i materiali e aiutandone la differenziazione.
Il wine packaging dunque non è più solo design, ma è anche sviluppo sostenibile. Un nuovo modo di vivere la comunicazione e la presentazione di un prodotto fortemente legato alla tradizione, ma che si sta avvicinando sempre più ai moderni trend di eco sostenibilità.