Inutile dirlo, quando si parla di Italia, il cibo è sicuramente la prima cosa che viene in mente. Non per niente il nostro paese è il più forte quando si parla di prodotti distintivi di qualità. E questo lo sanno gli stranieri così come gli stessi italiani.
Tutto questo si traduce in un importante trend, il turismo enogastronomico, tendenza che porta al nostro paese circa 26 miliardi di euro l’anno. Se infatti i Food Traveller erano nel 2016 il 26%, nel 2017 sono cresciuti al 30%. Questo vuol dire che un italiano su tre viaggia per motivi puramente enogastronomici.
Dato confermato anche da una ricerca promossa da Fiera Milano Spa e dall’Osservatorio BIT, sotto la direzione di Magda Antonioli Corigliano, coordinatrice del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi, e da Sara Bricchi, ricercatrice.
Secondo la ricerca il 75% dei viaggiatori sceglie per le vacanze mete rinomate per il cibo e spende circa il 25% del budget totale in food&beverage.
Da questa ricerca emerge anche un altro fattore molto importante. Il 74% dei consumatori ha il 40% di probabilità in più di acquistare se il brand comunica online i suoi valori ed è presente sui social. Pensi ancora che non sia necessario per un’azienda investire in digital marketing?
Perché il boom del turismo mangereccio?
Il motivo di questa continua crescita è da attribuire probabilmente alla nuova concezione che il cibo ha assunto. Oggi non si intende più come sola fonte di sostentamento, ma come vera e propria esperienza: le persone vogliono legarsi al cibo, conoscerlo, condividerlo, parlarne.
Ed è proprio da questa concezione che Roberta Garibaldi (ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico) ha definito 7 tipi diversi di turisti, da conoscere assolutamente per sviluppare strategie efficaci.
I 7 tipi di turista enogastronomico
_ Gourmet. Sono veri e proprio esteti del cibo. Cercano esperienze, innovazione e combinazioni inaspettate;
_ Enogasto-Culturali. Vogliono conoscere il prodotto e la storia del luogo da dove proviene;
_ Foodies. Anche loro cercano esperienze. Non cercano il cibo più buono ma quello che li aiuti a capire il più possibile;
_ Lifestyle. Sono una sorta di ibrido tra i foodies e i gourmet. Sono molto attenti all’ambiente e alle persone;
_ Cucina sana e responsabile. I più attenti alla qualità del cibo: oltre ad essere buono deve fare anche bene;
_ Enologici. I turisti più interessati al beverage;
_ Enogastronomici con bisogni speciali. I turisti soggetti a intolleranze, problemi alimentari, limitazioni religiose, ecc.
Ma quindi cosa comporta investire in questo campo?
Cercare di intercettare tutti queste tipologie di turista enogastronomico è sicuramente un obiettivo da porsi quando si sviluppa un progetto. Non solo per aumentare le vendite e la brand awareness del proprio marchio, ma anche per migliorare l’appeal dei luoghi interessati. Infatti questo tipo di turismo:
_ valorizza le mete meno note;
_ contribuisce alla “destagionalizzazione”;
_ favorisce la fidelizzazione dei viaggiatori;
_ genera più occupazione;
_ attrae turisti con alte capacità di spesa;
_ favorisce l’economia e il patrimonio locale.
Come intercettare gli amanti del cibo?
Una volta compresi i meccanismi di funzionamento del turismo enogastronomico, bisogni individuare il modo per intercettare queste persone.
Per prima cosa bisogna evidenziare di quale tipo di turista si tratta, per capire se effettivamente potrebbe essere interessato al tuo prodotto. Si devono poi studiare i luoghi che frequenta e i suoi interessi. Solo a questo punto si possono iniziare a sviluppare strategie di marketing dedicate a far conoscere i propri prodotti e il proprio brand.
Vuoi attirare l’attenzione dei turisti sul tuo brand? Scrivici e svilupperemo insieme la giusta strategia!