Ormai non è una novità che l’agroalimentare e il turismo enogastronomico siano fra i settori più trainanti dell’economia italiana. I dati statistici ce lo confermano ogni giorno. A luglio un’indagine a cura di Coldiretti/Ixe’ – presentata in occasione dell’assegnazione delle “Bandiere del Gusto 2018”, la lista delle eccellenze enogastronomiche prodotte in Italia – ha svelato che il 42% degli italiani sceglie di acquistare prodotti tipici come souvenir al rientro dalle vacanze.
Forse anche per il perdurare dell’incertezza economica, le scelte degli italiani virano verso acquisti utili e di qualità: i turisti tornano così a casa con oli extravergine d’oliva, vini, formaggi, conserve, salumi e altri prodotti che esprimono le tipicità dei diversi territori.
Questo trend di crescita che vede protagonisti i prodotti tipici è legato in primis alle numerose attività di valorizzazione dei prodotti locali nei luoghi di vacanza, attraverso la creazione di percorsi di turismo enogastronomico, l’organizzazione dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, le manifestazioni dedicate alla cultura alimentare, le sagre, ecc. Una serie di attività che mettono in luce le qualità dei prodotti italiani e l’immenso patrimonio delle nostre regioni, che dovrebbe essere sostenuto e incrementato con attente strategie di marketing territoriale.
La ricerca di Coldiretti/Ixe’ ci svela inoltre come il 71% dei turisti in vacanza nel nostro paese abbiano deciso di visitare cantine, malghe, frantoi, aziende alimentari, agriturismi, farmers’ market, con l’obiettivo di acquistare prodotti a chilometro zero, il souvenir perfetto per chi cerca la qualità.
La comunicazione del territorio è importante
È interessante anche notare come in totale circa 1/3 della spesa di connazionali e stranieri in vacanza nel Belpaese è destinato alla tavola (fra pasti consumati al ristorante, in pizzeria, trattoria o agriturismo, ma anche per lo street food o per l’acquisto di specialità enogastronomiche). Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo sottolinea come “il buon cibo, insieme al turismo e alla cultura, rappresentano le leve strategiche determinanti per tornare a crescere puntando sulle specificità di un modello produttivo unico, che è cresciuto e ha vinto puntando sui valori dell’identità, della biodiversità e del legame territoriale”. Un’affermazione che non può che trovarci d’accordo. La chiave del successo, a nostro avviso, ora è la valorizzazione delle qualità dei nostri territori attraverso leve di marketing e comunicazione mirate, per far comprendere e conoscere questi valori agli italiani e al mondo.
L’agricoltura italiana – sottolinea poi Coldiretti – è la più green d’Europa. Può infatti contare su 5056 bandiere del gusto, 294 specialità Dop e Igp e 415 vini Doc e Docg, sulla leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole certificate e sul primato della sicurezza alimentare mondiale, grazie al 99,4% di prodotti con residui chimici regolari. Questi primati rappresentano una straordinaria chiave di attrazione per i turisti stranieri, non a caso nel primo trimestre 2018 è stato registrato il record per il Made in Italy agroalimentare, con le esportazioni che hanno fatto registrare un incremento del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2017.