Il food marketing è strettamente vincolato da una forma di scelta libera, totalmente dipendente dal consumatore, che influisce sulla tipologia di strategia di marketing e sui prodotti o servizi alimentari offerti dall’azienda. Entrambi, in questa prospettiva, sono strettamente legati: ai bisogni, alle intenzioni e alla libertà di scelta del pubblico di riferimento.
Secondo i concetti appena accennati di Inbound Marketing un mezzo fondamentale per la tua food strategy è Facebook ads.
Cos’è?
È il sistema di inserzioni a pagamento di Facebook che permette a professionisti e aziende di promuovere i propri prodotti o servizi all’interno della piattaforma generalista per eccellenza. È il social più “popolare” e “democratico”, dall’audience elevata. Una sorta di integrazione spontanea al nostro mercato di riferimento, quello del food.
Ambito produttivo dove l’eterogeneità del gusto, la varietà dei sapori e l’ampia gamma d’offerta risiedono nella molteplicità comportamentale e complessità delle esigenze di un pubblico di riferimento multi-sfaccettato. Per questo si rivela uno strumento essenziale per intercettare le esigenze degli utenti quando sono attivi sul social.
Si tratta sempre della stessa storia: è necessario riconoscere gli argomenti sensibili per i quali esiste una domanda, effettiva nel caso di intenti di ricerca (query di parole chiave sui motori di ricerca), latente nel questo caso di utilizzo verticale del social. Una volta individuati, si cercherà di interessare gli utenti facendo del sano Inbound Marketing relativo ai primi due gironi del funnel: attira e converti!
Per fare questo si sfrutta l’indole che caratterizza il social network (soltanto in Italia conta 30 milioni di utenti attivi al mese):
_ il network: la rete di contatti che ogni utente si crea nell’utilizzo della piattaforma, l’effetto “passaparola” dovuto all’azione virale;
_ mezzo di comunicazione altamente interattivo: su Facebook la gente sceglie con chi connettersi e chi evitare, cosa condividere con gli altri e cosa ignorare, sceglie chi seguire e a chi dare ascolto, sceglie cosa reputa per sé e per gli altri interessante oppure no, è abituata ad agire in piena libertà dimostrandosi intollerante verso qualsiasi tipo di imposizione o messaggistica invadente e non richiesta (Interruption Marketing);
_ aspetto conversevole: attraverso la conversazione tutti i membri della piattaforma entrano in contatto, tutti parlano a tu per tu con tutti, le persone con le aziende, le aziende con le persone. Ci si riferisce alla tipica bidirezionalità del media, secondo la quale il destinatario del messaggio diviene un elemento attivo del processo di marketing e può scegliere il proprio feedback: subire il messaggio dell’emittente, ignorarlo o interagire con esso.
A cosa serve Facebook ads?
È uno strumento complesso alla portata di tutti. Il contrasto di idee si spiega facilmente: l’utilizzo del circuito pubblicitario di piattaforma è una delle parti fondamentali dell’intera metodologia Inbound, con un suo obiettivo al suo livello di funnel.
Si tratta di un tool, che agisce in sinergia con il resto della strategia multicanale.
Ad esempio è di supporto al blog aziendale, poiché:
_ ha un vasto pubblico a disposizione da attirare e convertire, grazie all’audience costituita da utenti e fan della pagina che seguono le attività e gli aggiornamenti;
_ attraverso la pagina aziendale e i post anteprima degli articoli blog, condivisi nel news feed si aumenta il traffico in entrata del sito, di conseguenza più il sito riceve visite meglio si posiziona e Google meglio lo considera in serp perché lo reputa rilevante.
Così si contemplano più canali di marketing, fra i quali si individua la funzione delle inserzioni Facebook, il cui scopo non è raggiungere il maggior numero di persone possibili ma quello di mostrare il messaggio da promuovere alle giuste persone, a un pubblico di utenti potenzialmente interessato. Ogni inserzione può essere basata su precisi interessi degli utenti. Un dettaglio che ha un duplice vantaggio:
_ il ritorno dell’investimento fatto è più alto che altrove, poiché i soldi dell’inserzione non vanno sprecati, l’annuncio non è visibile a tutti soprattutto a chi non è interessato;
_ mostrando il messaggio a un target selezionato, in base agli interessi specifici degli utenti individuati, aumenta il gradimento dell’annuncio e di conseguenza la sua efficacia.
Le persone su Facebook sono influenzate molto di più dalle azioni dei similar o dalle opinioni della community di appartenenza, che dai messaggi pubblicitari recepiti come poco spontanei e sinceri. Per questo il messaggio da promuovere non può andar bene a tutti e avere valenza universale col rischio di fungere da spam, modalità che non è ben vista dagli utenti. Per questo è importante e vincente targettizzare l’inserzione per ottenere i risultati sperati.
Facebook Advertising migliora la strategia food marketing!
Premessa deduttiva (dal piano generale alla strategia particolare)
La strategia food social non è altro che una parte complementare di una struttura più grande e organizzata (nei minimi dettagli): il piano generale di Marketing Aziendale.
Argomentazione induttiva (dalla funzione particolare di Facebook agli obiettivi del piano marketing generale)
Come primo step bisogna fissare una “mappa procedurale” che evidenzi:
_ gli obiettivi o scopi della strategia da conseguire;
_ le perfomance o risultati da perseguire;
_ l’individuazione del pubblico di riferimento verso cui indirizzare le inserzioni e con il quale interagire;
_ la pianificazione della campagna di
Avere le idee chiare su come costruire le campagne pubblicitarie su Facebook ads è utile a risparmiare tempo e denaro. Seguendo passo passo il piano generale di marketing si costruisce una buona architettura di campagna. Con questa si ragiona a livello di gruppo di inserzioni, organizzate sulle opzioni di targeting. Nell’inserzione, quindi, si individua e s’inserisce il target riferimento a cui essa è riferita.
A questo punto è lecito chiedersi: quali sono i vantaggi nel promuovere la propria impresa sulla piattaforma social di Zuckerberg?
Farsi pubblicità su Facebook conviene per la precisione del messaggio e per i costi contenuti nel promuoverlo. Vediamo il perché:
_ per la gran quantità di utenti che lo utilizzano;
_ per il volume di accessi giornaliero;
_ i costi delle inserzioni concorrenziali: la mole di dati messi a disposizione degli inserzionisti sono ottenuti da Facebook gratuitamente, profilando i propri utenti.
Gli annunci sono efficaci perché si basano sugli interessi degli utenti. Sul social gli iscritti esprimono i propri interessi attraverso il “mi piace”, oramai consolidato marcatore di opinione e gradimento personale. I like messi ai post o fan page sono diretti a precisi argomenti d’interesse degli utenti Facebook. Attraverso l’espressione delle loro opinioni e tramite le loro azioni gli utenti sono virtualmente:
_ connessi l’uno all’altro;
_ connessi, per interessi, a oggetti di natura diversa (passioni, luoghi, libri, prodotti, aziende ecc.).
Queste connessioni, prodotti spontanei dei fruitori, sono i dati che Facebook raccoglie e diventano informazioni utili per le statistiche. Vengono aggregati in maniera anonima dalla piattaforma attraverso il Grafo Sociale, che sarebbe una rappresentazione grafica delle relazioni sociali e azioni degli iscritti, con lo scopo di profilare personalità di consumatori da rivendere a chi vuol farsi pubblicità su Facebook ads.
Quindi la pubblicità a pagamento funziona, perché è organizzata analizzando gli stessi utenti del social. Si ha la possibilità, così, di creare campagne di inserzioni intercettando con precisione il consumatore, a cui essa è rivolta, attraverso i propri specifici interessi. Si deve fare in modo che il potenziale cliente, di cui abbiamo un identikit dettagliato, venga invogliato dalla nostra inserzione a compiere l’acquisto.
Retargeting: il dreamcatcher o acchiappa desideri più efficace per i social media
Di che cosa stiamo parlando? Di una forma di marketing comportamentale rivolta agli utenti e che sfrutta le informazioni delle loro azioni pregresse sul web nella situazione in cui non avviene la conversione. In questo modo si fa leva sulla Brand Awarness nonostante abbiano abbandonato il sito. Ovvero, il visitatore una volta atterrato sulla landing page ha ignorato la call to action ed è uscito dal sito.
Ma grazie al pixel di Facebook, quando l’utente è loggato, registra la sua visita in modo da immagazzinarla per mostrargli poi l’annuncio sponsorizzato sulla sua piattaforma.
È efficace? Si, perché: concentra gli investimenti pubblicitari su individui che hanno familiarità col sito, verso il quale hanno mostrato interesse visitandolo e basta. È un ottimo mezzo per fare Branding e ottimizzare le conversioni. Aiuta a ottenere un aumento di traffico in entrata al sito, ma dipende molto dal posizionamento dell’annuncio su Facebook e dal relativo contesto, tutto dipeso dal nostro obiettivo di campagna. Il posizionamento ideale sulla piattaforma sottostà al messaggio che vogliamo trasmettere con l’annuncio.
Oltretutto, la pubblicità su Facebook aumenta il volume di traffico ottimizzando di conseguenza la SEO e mandando utenti nuovi al sito. Soltanto quando il cliente avrà concluso l’acquisto potrà liberarsi del “simpatico inseguitore” e fuoriuscire dall’elenco di remarketing. Ma se cliccherà su altre inserzioni, beh allora un altro maratoneta del retargeting gli starà col fiato sul collo, e così l’utente entrerà in una nuova lista creata apposta per lui.
Facebook ads è o non è uno strumento efficace?
Genera vendite, dà visibilità alle fan page e migliora la Brand Reputation!
Ma come si fa a capirlo? Tramite le metriche (insight):
_ di misurazione: aiuta a capire,in base agli obiettivi prefissati, quali contenuti funzionano e quali no;
_ di audience: funzione che monitora e analizza le statistiche sull’utilizzo di facebook da parte degli utenti.
E i report di controllo attività e feedback.
Ma ci sono rischi?
Essendo una tattica Inbound, il cliente arriva all’annuncio perché attirato da argomenti di suo interesse, una volta lì decide cosa fare… E, cosa da non sottovalutare: ha un forte potere decisionale!
Il trucco sta nel saper gestire la natura interattiva del social, in quanto la sua bidirezionalità può essere sia un’opportunità che una minaccia. È un ottimo trasfer di messaggi, attraverso cui è possibile esprimere apprezzamenti rivolti al Brand. Aiuta, tramite la condivisione virale di contenuti ad aumentare sia la percezione del marchio che la Brand Awareness. La difficoltà sta nel saper gestire le negatività a evidenza pubblica e c’è il rischio, nel non saperlo fare, di alimentare lamentele, critiche e opinioni negative.
Come si realizzano le vendite sul social? Sono varie le possibilità valide.
_ Sono conseguenza diretta di uno stretto rapporto di fiducia tra cliente e azienda, scaturito dall’autorevolezza e credibilità conquistata con la pratica dei buoni contenuti: utili e interessanti per il pubblico di riferimento;
_ Tramite la funzione di supporto all’attività di blogging;
_ Sfruttando l’aspetto “sociale” che mette in mostra il prodotto o servizio, presentando l’annuncio ai potenziali interessati. Facendo leva sui loro interessi e bisogni reconditi.
Ma alla base di tutto c’è la conversazione, che garantisce interazione e comunicazione con i fan. È il mezzo fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati nel piano marketing generale.
Anche perché il messaggio pubblicitario aziendale sarà oggetto di conversazione altrui e allora:
_ bisogna saper interagire per attirare l’attenzione;
_ bisogna saper rispondere e fronteggiare domande, critiche e commenti;
_ bisogna saper moderare le razioni alle condivisioni.
Arrivati a questo punto non dobbiamo dimenticare che Facebook è una società per azioni per cui monetizza qualsiasi opportunità gli si crei. È a tutti gli effetti un paid media: non si paga per iscriversi (aprire la pagina ed essere visualizzati) ma non facendolo viene pregiudicata la portata dei contenuti. Non si raggiungerà quindi il pubblico di riferimento, cioè quel gruppo ideale di persone per fare business.
E nel 2018 è ancora più difficile lavorare in organico
La più discussa novità del 2018 è l’introduzione del nuovo algoritmo, che ha influito sulla diminuzione della portata organica dei contenuti condivisi, ovvero il numero di persone che visualizzano il post dalla fanpage. Questa metrica è fondamentale per verificare l’efficacia del pubblico coinvolto ed è importante per la strategia digitale.
Questi dati ottimizzano la comunicazione della fanpage in base a obiettivi e risultati. La copertura permette di capire quanto sia stato diffuso il nostro contenuto entrando in contatto con un numero definito di persone. Adesso che però è cambiata la misurazione della copertura organica ci chiediamo: come funziona la nuova metrica? La nuova metrica conta la copertura intendendola come la visione a schermo di un contenuto e può essere di due tipi: organica e a pagamento (inserzioni pubblicitarie).
Inoltre la copertura organica di una pagina Facebook si attesta a una percentuale del 2-3% dell’intera fanbase. Vuol dire che su 10000 fan solo 200 o 300 entrano in contatto in maniera spontanea con il contenuto che vogliamo condividere.
Quindi per Facebook l’advertising è diventato molto importante.
Come possiamo quindi aumentare la copertura dei post su Facebook?
Secondo la nuova politica 2018 sulla newsfeed vengono visualizzati di più i post di amici e famigliari diminuendo la visibilità dei contenuti pubblici, video e post di brand e professionisti. Per questo è utile e si devono pianificare le campagne pubblicitarie se vogliamo che i nostri post vengano visualizzati dagli utenti. Se questa è l’intenzione di Facebook sarà buon senso creare campagne ben definite per far risaltare post, annunci e fanpage. Come?
_ tramite una profilazione accurata di un target preciso di utenti, offrendo loro contenuti di qualità;
_ seguendo la regola facebookiana dei “pochi ma buoni e ben sponsorizzati” post, non si correrà il rischio di passare inosservati: Facebook intercetta le pubblicazioni che ritiene più rilevanti e dà loro maggiore visibilità nella newsfeed.
Adesso che abbiamo analizzato a tutto tondo Facebook ads per il mondo food, cosa ne pensi della tua strategia (se ne hai una)? C’è qualche criticità? Vuoi migliorare qualcosa? Scrivicelo nei commenti!